Qual è il confine tra ” normalità ” e patologia?

Come fare a sapere dove finisce la normalità e inizia la patologia?

Si tende a pensare che la “normalità” e la patologia siano lontane, due facce diverse della medaglia. Invece “normalità” e patologia vanno immaginate lungo un continuum, una linea retta che va da una all’altra. Non c’è un punto preciso che separa la prima dalla seconda.

Tutti noi mettiamo in atto comportamenti comuni anche a molte psicopatologie. Comportamenti comuni e assolutamente innocui, come per esempio ricontrollare più volte di aver chiuso la macchina e magari tornare indietro per controllare ancora una volta dopo essersi allontanati. Un comportamento innocente, ma se ripetuto per ogni azione della vita quotidiana comporterebbe grandi limitazioni.

Ciò che definisce la patologia non è la presenza di qualcosa che in una persona sana non c’è, ma l’eccessiva presenza di qualcosa (come pensieri, comportamenti, atteggiamenti), normalmente presente in tutti noi, tanto da causare disagio a quella persona o a chi la circonda.

L’opinione comune vede le patologie mentali come qualcosa di “diverso da noi”, ma in realtà sono pensieri e caratteristiche molto più vicine a noi di quanto crediamo. 

Facciamo un esempio: l’ansia. 

L’ansia è uno stato fisiologico di attivazione che serve a predisporre il corpo all’azione. In questi termini non vi è nulla di negativo, anzi, a livello evolutivo l’essere umano non esisterebbe senza questa emozione. 

Se dobbiamo presentarci a un colloquio di lavoro o preparare un esame, è proprio l’ansia che attiva il nostro corpo in maniera tale da mettere in atto comportamenti che ci aiutino nel nostro obiettivo. Nel caso del colloquio ci spronerà a prepararci a eventuali domande. Nel caso dell’esame, ci porterà a prepararci con tempo il materiale da studiare. 
Ovviamente ci sono persone che l’ansia la sentono di più e persone che la sentono di meno. Una persona più ansiosa inizierà a prepararsi in vista del colloquio o dell’esame con più anticipo rispetto ad una persona con tendenze meno ansiose che probabilmente sopporterà anche di ridursi all’ultimo. 
Nessuna di queste due tuttavia ha una patologia. 

L’ansia può diventare un problema quando interferisce con la vita quotidiana della persona, quando è presente in misura eccessiva e in contesti non appropriati.

Quindi quando diventa patologia? 

Secondo il DSM-5, il principale manuale diagnostico, si tratta di psicopatologia o di disturbo mentale quando vi è un’alterazione clinicamente significativa della sfera cognitiva, della regolazione delle emozioni o del comportamento come risultato di una disfunzione psicologica, biologica o evolutiva. 
Solitamente il disturbo mentale si associa a un livello significativo di disagio in uno o più ambiti della vita della persona: in ambito sociale, lavorativo o altre aree importanti. 



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *