Cosa non fa uno psicologo: miti da sfatare

Tanti “falsi miti” aleggiano attorno alla figura dello psicologo.

Ci sono tanti miti che aleggiano attorno alla figura dello psicologo. Non di rado dopo che ci si laurea in psicologia ci si sente chiedere “Ah sei psicologo? Allora dimmi, a cosa sto pensando?” o ancora “Tu che sei psicologa, risolvimi questo problema”.
Sono situazioni che fanno sorridere, ma che allo stesso tempo celano a volte delle vere e proprie credenze nei confronti di questo mestiere. Si pensa che lo psicologo sia in grado di capire una persona solo guardandola o magari leggendole la mente. Altre volte ci si immagina che dallo psicologo si troveranno le risposte che risolveranno i propri problemi, o ancora che si troverà finalmente quella figura che ci dirà cosa è giusto e cosa è sbagliato fare e come comportarci. 

Cosa non fa lo psicologo

  • Non ti legge nella mente, non è un veggente. Sa ciò che tu gli racconti, sa dare un’interpretazione di ciò che sente e vede. Ma non sa leggere nella mente.
  • Non ti dice cosa devi o non devi fare, la persona che si rivolge allo psicologo ha il pieno controllo di ciò che fa e sceglie. Spesso lo psicologo è in grado di aiutarlo a fare maggior chiarezza e riordinare i pensieri e le emozioni. Per questo spesso dopo è più facile prendere una decisione, ma non è lo psicologo che sceglie.
  • Non ti giudica mai, è uno spazio tutto per sé privo di qualsiasi giudizio in cui potersi esprimere liberamente.
  • Non ti dice cosa è giusto e cosa è sbagliato. Soprattutto perché non esiste giusto e sbagliato in assoluto, ciò che è giusto per una persona può essere sbagliato per un’altra.
  • Non risolve i tuoi problemi come per magia, purtroppo. Però può aiutarti affinché tu stesso risolva i tuoi problemi. Il lavoro con lo psicologo prevede, infatti, che la persona si metta gioco attivamente cercando di migliorarsi.

Cosa fa davvero lo psicologo?

La verità è che lo psicologo è formato per avere particolari competenze che gli permettano di lavorare nella relazione con l’altro.
Lo psicologo è allenato ad ascoltare gli altri, a notare dettagli che lo aiutino a comprendere e interpretare ciò che la persona vuole comunicare. E’ un professionista preparato a cogliere segnali di vario tipo nella persona che si trova davanti e a leggere con attenzione sia la comunicazione verbale che non verbale. Per esempio una postura chiusa e rigida mentre si comunica serenità può indicare che forse non ci si sente davvero sereni.

Il lavoro psicologico è un lavoro che si fa insieme alla persona.

Un lavoro che prevede impegno da parte della persona che vuole mettersi in discussione, che vuole approfondire aspetti, temi o vissuti per dargli una nuova lettura o per imparare nuove modalità di interpretarle e quindi di comportarsi. È un lavoro attivo che prevede impegno da entrambe le parti, in cui si concordano degli obiettivi e delle tematiche su cui si vuole migliorare o approfondire. 

Spesso capita che siamo portati naturalmente a comportarci in un modo senza sapere realmente perché ci comportiamo così. Attraverso il colloquio, la persona ha la possibilità di trovarsi di fronte qualcuno che ragioni insieme a lei e dia nuova forma a ciò che prima non l’aveva.

Capita che la persona dopo un percorso psicologico riesca a risolvere alcuni di quelli che lamentava come problemi, ma non perché come per magia lo psicologo ha agito, ma piuttosto perché lo psicologo è stato in grado di accompagnare la persona nella propria messa in discussione, nei propri “problemi” e lo ha aiutato a guardarli con una nuova luce, facendo leva sulle risorse e sulle capacità di cambiamento che la persona ha. 

Al centro del lavoro dello psicologo, infatti, c’è sempre la persona che richiede il suo intervento.


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